Le sale del profumo a Palazzo Mocenigo, Venezia

In antichità il viaggio che un’essenza profumata doveva attraversare per raggiungere Venezia era lungo e difficile. Un profumo sapeva di mondi lontani, di Oriente da fiaba, perché spesso necessitava di materie prime rare ed esotiche che nessuno aveva mai visto come il benzoino e la cannella, di origine vegetale, o come lo zibetto e l’ambracane, di origine animale. Una volta arrivato nelle mani del profumiere questo balsamo odoroso diventava più prezioso dell’oro e per questo veniva racchiuso dal suo proprietario in un contenitore gioiello, un talismano.

Sono questi contenitori i protagonisti della mostra Cabinet of curiosities e delle sale del profumo di Palazzo Mocenigo, museo della moda e del costume di Venezia. Lo splendore degli anni d’oro della Serenissima è tutto racchiuso in questo luogo che mette in mostra ambienti, costumi, stoffe, vetri e ora anche l’arte del profumo.

Cabinet of curiosities
Il profumo è un lusso che non resiste al tempo, ma tutte le bellissime boccette, i flaconi e i contenitori che contenevano queste essenze preziose sono rimaste. La mostra Cabinet of curioities, allestita nel pòrtego al piano nobile del museo, le espone in una temporanea camera delle meraviglie dallo sfondo verde, come nei musei scientifici dell’Ottocento. L’esposizione è piccola ma richiede la massima attenzione per osservare la preziosa minuzia di questa inusuale collezione.

Si tratta infatti di oggetti provenienti tutti da un’unica raccolta, quella della famiglia Storp, fondatrice nel 1911 a Monaco di Baviera della Drom fragrances, ancora attiva nel mondo della profumeria internazionale. Furono i due coniugi appassionati d’arte e di storia a dare il via alla raccolta di oggetti riguardanti il mondo del profumo, dai secoli avanti Cristo a oggi, fino ad arrivare a circa tremilacinquecento pezzi, la raccolta di questo tipo più ricca al mondo.

Qui ne sono esposti circa duecento, selezionati dalla curatrice Gergana von Heyking per far parte di un percorso suddiviso in tre sezioni: “Mirabilia”, che raccoglie gli oggetti più strani e meravigliosi, dall’anello porta profumo, alla bottiglietta a forma di piccolo orsetto di peluche anni ’50 al flacone a forma di pistola di fine Ottocento; “Artificialia” raccoglie gli oggetti da profumo più complessi come contenitori a forma di statuetta, mini toilette o strumenti scientifici; infine “Naturalia” cioè i contenitori creati a partire da elementi naturali come conchiglie, gusci, ossa, coralli, piccoli animali impagliati. A scandire il passaggio da una sezione all’altra c’è anche un diverso profumo, che richiama lo spettatore ad una partecipazione multisensoriale.

Le sale del profumo
La mostra in realtà si inserisce in un più ampio progetto di ripensamento del museo del costume e della moda, che ha da poco riallestito cinque sale dedicandole al profumo. Una scelta nuova e intelligente, che ha l’intento di far riscoprire e valorizzare la vocazione millenaria che colloca l’Italia, e in particolare Venezia, tra i capostipiti della tradizione profumiera mondiale.

Le sale sono state allestite come veri e propri tableaux vivant che vogliono riprodurre il laboratorio di un profumiere del cinquecento. Su un grande tavolo ci sono ampolle, alambicchi, bilance, infusori, strumenti otto-novecenteschi originali o ricostruzioni che ricreano un’atmosfera a metà tra magia e artigianato. La figura del profumiere, o muschiere, almeno fino al Settecento, poco si distingueva infatti da quella di un alchimista. Deteneva ricette segrete usate per la fabbricazione di saponi, olii, paste, polveri e liquidi per profumare cose, persone, abiti, guanti, ambienti. In questa sala si possono vedere tra gli altri il cinquecentesco erbario di Pietro Andrea Mattioli, che illustra la tecnica della distillazione; i telai per estrarre dai fiori gli olii essenziali (enfleurage); il cassone pieno di sapone bianco di Venezia a impasto freddo colato con procedura antica; il mortaio industriale in bronzo di manifattura tedesca del 1921 (Collezione Storp, Monaco) e il distillatore in rame e ferro di manifattura francese, dell’inizio del XX secolo (Collezione Craesens, Milano).
Nelle sale a seguire sono disposte, presentate su recipienti e ampolle in vetro di Murano, le materie prime fondamentali per creare alcuni profumi, alcune delle quali rarissime all’epoca e oggi non più utilizzate come il muschio, ricavato da certe ghiandole animali, o il cosiddetto ambracane (o ambra grigia), una secrezione intestinale del capodoglio.

Ma la mostra non si esaurisce nel solo senso della vista perché si è pensato di inserire una parte interattiva, creando così una vera e propria esperienza dell’olfatto. Oltre alla mappa annusabile, che descrive le “Vie delle Spezie” percorse dagli antichi veneziani nell’antichità, nell’ultima sala sono state “esposte”, divise in sei famiglie, le 24 essenze assolute più importanti per la composizione di profumi, che i visitatori possono studiare e percepire.
Per creare questa parte è stato fondamentale l’apporto dell’azienda veneziana Mavive della famiglia Vidal, attiva sin dagli anni ‘80 nella profumeria e proprietaria del marchio “Il mercante di Venezia”. Mavive è stata il partner principale dell’operazione e artefice di un vero e proprio atto di mecenatismo: realmente interessata a creare un legame profondo con la città di Venezia e con la sua storia, questa operazione è uno dei connubi più felici tra impresa privata e cultura. La famiglia ha anche prestato il raro organo del profumiere in legno di noce intarsiato del XIX secolo, straordinario strumento di lavoro per inventare profumi a partire dagli oltre duecento olii essenziali contenuti nei flaconcini disposti ad anfiteatro.

Cabinet of curiosities. Collezione Storp
28 Aprile – 1 Ottobre 2017 Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo
web: mocenigo.visitmuve.it

 

Cabinet of curiosities:
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Sale del Profumo:

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Aesthete. Art historian & blogger. Content creator and storyteller. Fond of real and virtual wunderkammer. Founder and main author of rocaille.it.

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