GUIDA ROCAILLE PER MANTOVA
“Fra palagi e torri e moli sacre, con grandi ombre respiranti in una storia di magnificenza, di gentilezza, di lussuria” così Gabriele D’Annunzio descriveva Mantova, città del silenzio, circondata dalle acque di fiume, che fanno di Mantova una Venezia d’acqua dolce. Questa città fu una delle più importanti d’Italia fino al ‘700, ricchissima e con una corte raffinatissima, grazie alla politica dei suoi duchi, la famiglia Gonzaga, che tenne il potere dal 1328 fino al 1707. Protagonisti della storia italiana e europea, furono mecenati formidabili e abbellirono il Palazzo Ducale a tal punto da creare una delle collezioni d’arte più importanti del Rinascimento, al pari di quella del Papa e dei Medici.
Oggi il palazzo ducale appare come un guscio malinconico, bellissimo e vuoto: la grandissima collezione di capolavori che comprendevano opere di Tiziano, Andrea Mantegna, Rubens, Correggio e molti altri, fu svenduta in buona parte a Carlo d’Inghilterra da Vincenzo II Gonzaga nel 1625, per sanare i debiti. Del resto fu un colpo di fortuna: ciò che rimase fu saccheggiato o distrutto nel Sacco di Mantova del 1630. La città sarà definitivamente declassata nel 1708, quando il duca Carlo Ferdinando Gonzaga di Never fu condannato per fellonia e il ducato venne abolito, passando all’Austria. Gli austriaci furono gli ultimi a modificare il palazzo, rendendolo sede imperiale, e lasciarono alla città una bellissima biblioteca e un teatro esemplare, luogo dedicato non allo spettacolo teatrale ma solo alle conferenze scientifiche e alla musica, che fu inaugurato da Mozart nel 1769.
APPROFONDIMENTI:
- Una bella visita virtuale di Mantova l’ha fatta il grande Philippe Daverio in questa puntata di Emporio Daverio.
- Sulla storia dei Gonzaga consiglio questo documentario della Rai “Signorie”, dedicato a Mantova.
- Su Mantova ho scritto anche altri articoli, in particolare sulla Casa Museo d’Arco; sul Santuario di Curtatone e sulla figura di Isabella d’Este narrata nei romanzi di Maria Bellonci.
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1. MUSEI:
Palazzo Ducale
Piazza Sordello, 40
Sito: www.mantovaducale.beniculturali.it
Palazzo Ducale è enorme: dal 1308 è stato la residenza ufficiale dei signori di Mantova, i Bonacolsi, poi dei Gonzaga fino a 1707 e durante la dominazione austriaca divenne un palazzo reale. Ha visto passare tutta la dinastia Gonzaga e col passare dei secoli ogni regnante aggiunse e modificò vari ambienti: con le sue 500 stanze, 7 giardini e 8 cortili è la sesta reggia più estesa d’Europa, dopo i palazzi del Vaticano, il Louvre, la Reggia di Versailles, quella di Caserta e il Castello di Fontainebleau.
Qui si trova uno dei più grandi capolavori del Rinascimento, la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, dipinta tra il 1465-1474 per Ludovico Gonzaga, che la usava come camera privata per sé e sua moglie. In questo palazzo visse Isabella d’Este, l’unica nobildonna italiana ad aver avuto uno studiolo. Donna colta e avveduta, scrittrice, collezionista e mecenate, fu anche una bravissima politica. Resse il marchesato di Mantova durante l’assenza del marito Francesco II e poi per conto del figlio Federico. Tiziano ce ne ha lasciato un ritratto meraviglioso che, insieme al ritratto del figlio (entrambi al Prado), facevano parte dell’immensa collezione d’arte dei Gonzaga, venduta a Carlo I Stuart, re d’Inghilterra, nel 1615; quel che restò fu depredato nel Sacco di Mantova del 1630. Questa collezione leggendaria, che si trova sparsa un po’ in tutti i musei d’Europa fu tra le più importanti collezioni d’arte, al pari di quella del Papa e dei Medici. La corte era una delle più raffinate d’Europa: è qui che nasce il manuale del cortigiano perfetto, scritto da Baldassarre Castiglione, un grande umanista, letterato e diplomatico, amico di Raffaello e Giulio Romano, famoso in tutto il mondo per aver inventato il concetto di “sprezzatura” descritto ne Il Cortegiano.
Tra le varie stanze, bellissima quella del labirinto, con un soffitto straordinario proveniente da Palazzo San Sebastiano e trasportato qui da Vincenzo Gonzaga, che divenne signore di Mantova nel 1587. Non è chiaro a cosa si riferisse questo motto, d’Annunzio lo usò per il titolo del suo omonimo romanzo. Altro soffitto straordinario è quello della Sala dello Zodiaco, dipinto da Lorenzo Costa il Giovane nel 1579/80, che rappresenta il carro di Diana trainato da cani tra le costellazioni dello zodiaco, che potrebbe raffigurare l’oroscopo del duca Guglielmo Gonzaga. Alla sua epoca risale anche il loggiato aperto per i conviti, che affaccia sul giardino pensile. Nella parte più antica del palazzo, la Corte Vecchia, è stato riscoperto nel 1969, un affresco incompiuto di Pisanello.
Palazzo Te
Viale Te, 13
Sito: www.palazzote.it
Palazzo Te è il tempio del manierismo: a progettarlo fu Giulio Romano, allievo di Raffaello, che aveva lasciato Roma poco prima del Sacco del 1527, portando con se tutto il linguaggio rinascimentale elaborato nella città papale. Il palazzo fu concepito come villa di delizia per Federico II Gonzaga, figlio di Isabella d’Este, che desiderava un luogo più adatto all’ozio, allo svago e al piacere, un luogo in cui ricevere, con fastosi ricevimenti, gli ospiti più illustri e in cui poteva ritirarsi con la sua amante Isabella Boschetti.
E’ il capolavoro di Giulio Romano, costruito in una decina d’anni (dal 1525 al 35) e decorato con affreschi imponenti: nella Sala dei Cavalli sono ritratti a grandezza naturale i destrieri prediletti del principe (una cosa simile l’ho vista al Castello di Pandone a Venafro); la Camera di Amore e Psiche, ispirata alla narrazione delle Metamorfosi di Apuleio, era la sala da pranzo del duca. E’ illustrata da numerosi episodi della storia del dio Amore e della sua amata principessa terrena, è il simbolo dell’amore del duca per Isabella Boschetti in cui non mancano lussuriosi dettagli. Famosissima è la Camera dei Giganti, entro la quale lo spettatore viene coinvolto nella tragica rovina dei Giganti, crudelmente puniti per aver voluto scalare l’Olimpo e attentare al trono di Giove. Fuori c’è il giardino dell’Esedra con, in fondo, l’Appartamento del Giardino Segreto, detto anche della Grotta, luogo privato di contemplazione e di riposo, ornato da dipinti e rilievi allusivi alla cultura e alle virtù del mondo classico.
Il cortile del Palazzo appare nel film di Ermanno Olmi “Il mestiere delle Armi”.
Museo Palazzo d’Arco
Piazza Carlo D’Arco, 4
Sito: www.museodarcomantova.it
Quello che oggi è un museo fu la dimora della nobile famiglia d’Arco dal 1740 fino al 1973, quando l’ultima discendente, Giovanna d’Arco Chieppio Ardizzoni, poi marchesa Guidi di Bagno, decise che alla sua morte avrebbe lasciato tutto alla città. Di origine trentina, i d’Arco si trasferirono qui e cominciano ad abbellire e ampliare il palazzo che, nel 1769, accolse anche Mozart. Durante i secoli, vari membri della famiglia si distinsero per ruoli importanti in politica e negli studi; uno di loro, il Conte Luigi (1795-1872), fu un naturalista abbastanza conosciuto e collezionò molti reperti nell’ambito della botanica, malacologia, geologia, paleontologia, osteologia, ornitologia ed entomologia, tutt’oggi conservati nel museo. La casa museo infatti comprende, oltre al palazzo, la biblioteca storica, il parco con la serra e due palazzine quattrocentesche e una di queste accoglie il gabinetto naturalistico del Conte Luigi.
Al Museo di Palazzo d’Arco ho dedicato un articolo qui.
Teatro Bibiena
Via Accademia, 47
Sito: www.comune.mantova.gov.it
Questo piccolo teatro, a forma di campana, è ispirato ai teatri scientifici e la peculiarità della sala è che essa, per quanto piccola, sembra schiudersi e guadagnare in ampiezza da qualunque punto la si osservi. E’ un capolavoro tardo-barocco: progettato dal parmense Antonio Galli Bibiena su commissione del conte Carlo Ottavio di Colloredo, rettore dell’Accademia dei Timidi, venne costruito tra il 1767 ed il 1769.
L’ambiente appare finemente decorato: con quattro ordini di palchi, divisi da colonne, si notano quattro nicchie con statue dei mantovani illustri (Gabriele Bertazzolo, Baldassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi, Virgilio). La platea è disposta su più ordini di palchetti lignei, i cui interni, a figurazioni monocrome, furono affrescati dallo stesso Bibiena. Tutto l’apparato decorativo è sovrapposto alla muratura e quindi non portante.
Il teatro fu ufficialmente inaugurato il 3 dicembre 1769 dal quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart in un memorabile concerto e tutt’oggi ospita concerti e conferenze.
Biblioteca Teresiana
Via Roberto Ardigò, 13
Sito: www.bibliotecateresiana.it
Risale al periodo della dominazione austriaca su Mantova, fondata dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1780, e ha sede nell’ ex collegio della Compagnia di Gesù. E’ visitabile gratuitamente nelle sue celebri sale, così come i libri sono tutti consultabili previa richiesta. Inizialmente le sale assegnate corrispondono alle attuali denominate “prima teresiana” e “secondo teresiane”, mentre nel secolo successivo si cominciarono ad utilizzare le stanze attigue. La ristrutturazione delle sale fu affidata all’architetto Paolo Pozzo, a cui si deve la progettazione delle maestose scaffalature lignee, ispirate allo stile di Fischer von Erlach, architetto della Hofbibliothek viennese. Contiene centinaia di codici miniati o disegnati, manoscritti, incunaboli e una cospicua collezione di produzione moderna oltre a una preziosa collezione di disegni e stampe, a cui si aggiungono continuamente donazioni da artisti e collezionisti e acquisizioni sul mercato antiquario.
Galleria Museo Valenti Gonzaga
Via Pietro Frattini, 7
Sito: www.comune.mantova.gov.it
La Galleria Museo si trova nel piano nobile di Palazzo Valenti Gonzaga, che fu ristrutturato in stile barocco nel 1670 dall’architetto-pittore fiammingo Frans Geffels, mentre la facciata fu portata a termine nel 1652 dall’architetto Niccolò Sebregondi (a cui si deve la costruzione della Villa Favorita, di cui parlo più avanti). La galleria si compone di alcuni ambienti decorati con affreschi di Frans Geffels e da 18 statue, che si ritengono essere opera dello scultore – stuccatore comasco Giovan Battista Barberini. La visita alla Galleria comprende anche un piccolo giardino pensile ed i quattrocenteschi ampi locali rustici (ghiacciaia, farineria e refettorio).
Nel Palazzo vissero molti personaggi della nobile famiglia, spesso al servizio dei Gonzaga e vi risiedette pure Silvio Valenti Gonzaga futuro Cardinale che, trasferitosi a Roma nel 1738, sarà famoso per la sua preziosa collezione d’arte in Villa Borghese. I Valenti Gonzaga seguirono il declino dei Signori di Mantova e la fastosa dimora fu col tempo abbandonata per oltre un secolo e spogliata delle sue ricchezze, fino a quando nel 1980 fu ricomprato da un privato che ne inizia il radicale restauro e lo apre come museo e b&b.
2. CHIESE
Sant’Andrea è la più grande chiesa di Mantova. Fu costruita a partire dal 1472, su progetto di Leon Battista Alberti su commissione del signore di Mantova Ludovico II Gonzaga (lo stesso della Camera degli Sposi), che voleva farne un simbolo del proprio potere sulla città e del prestigio della casata. Ospita la tomba di Andrea Mantegna.
Anche San Sebastiano fu progettata da Leon Battista Alberti e sorge a margine del centro lungo una delle arterie principali che conducevano alla zona paludosa del Tè, appena fuori le mura, dove si trovavano le stalle dei famosi cavalli vanto della casata dei Gonzaga. Oggi è adibita a famedio dei caduti.
3. RISTORANTI
APERITIVO
Caravatti
portici Broletto 16
Web: www.barcaravatti.it
Storico caffè al centro della città, un bar pasticceria aperto dal 1865 e ora anche enoteca, conserva al suo interno l’atmosfera raffinata di un tempo, con l’antico retrobanco in legno intagliato e le vecchie scaffalature in vetro.
MODERNO
La Cucina
Via Guglielmo Oberdan, 17
Web: www.lacucinamn.it
Mi è piaciuto molto questo ristorante che accoglie gli ospiti in un ambiente con arredo moderno e contesto informale. Aperto nel 2011, si presenta con sala da pranzo bianca con elementi in legno chiaro e offre una cucina tradizionale con punti di innovazione. Il menu, che cambia periodicamente seguendo le stagionalità, ricalca la semplicità e la cura del mangiare di una volta, ma l’intero locale traduce in chiave moderna la vecchia dimensione domestica dello “stare a tavola”.
INTERNI CURATI
Il Cigno Trattoria dei Martini
piazza Carlo d’Arco 1
Web: lesoste.it
Forse il ristorante con la location più bella di Mantova: si trova in un antico palazzo nobiliare del ‘500, nella stessa piazza del Museo di Palazzo d’Arco. Una bella sala luminosa si affaccia su un delizioso cortile interno con un pozzo del Quattrocento. Gestito dalla famiglia Martini sin dagli anni ’60, propone raffinati piatti che esaltano la tradizione e i prodotti del territorio mantovano.
Trattoria Due Cavallini
Via Salnitro, 5
Web: www.trattoriaduecavallinimantova.it
Una trattoria semplice e accogliente che mette a disposizione tre sale ed uno splendido cortile estivo coperto da un pergolato di glicine che si specchia sul pavimento in marmo bianco. I piatti tipici della cucina mantovana possono essere accompagnati o dal genuino lambrusco della casa o da un ampia selezione di vini.
L’Ochina Bianca
via G. Finzi 2
Web: www.ochinabianca.it
Il Ristorante L’Ochina Bianca, situato a due passi dal centro storico di Mantova, è costituito da tre sale arredate con mobili anni Trenta e Cinquanta, antichi piatti alle pareti, luci soffuse e candele, che danno vita ad un ambiente accogliente e intimo. La cucina è tipica mantovana, molto curata e sempre alla ricerca di piatti tradizionali e non solo. La carta dei dolci è ormai riconosciuta come elemento caratterizzante e insostituibile.
CLASSICO
Il Grifone Bianco
Piazza Erbe, 6-7
Web: www.grifonebianco.com
E’ uno storico ristorante situato nella piazza più famosa di Mantova: Piazza delle Erbe. Grandi sale all’interno per l’ inverno e tavoli fuori per cene d’estate. Il menù è quello tipico della cucina tradizionale mantovana.
Antica Trattoria Cento Rampini
Piazza Erbe 11
Web: ristorantecentorampini.com
Altro locale storico di Mantova, la cui esistenza risale al XIX secolo. Una lunga storia, il cui ultimo capitolo è scritto dal 1981 anni dalla famiglia Camatti, che guida i suoi ospiti alla scoperta della cucina della tradizione mantovana. Durante la bella stagione è possibile sedersi sotto il porticato del medioevale Palazzo della Ragione o al centro della piazza.
TRADIZIONALE
Osteria Le Quattro Tette
vicolo Nazione 4
Da Bice la Gallina Felice
Via Antonio Carbonati, 4
Antica Osteria ai Ranari
Via Trieste, 11
Per le trattorie vi segnalo le recensioni di Puntarella Rossa qui.
4. HOTEL / B&B
Palazzo Castiglioni
Piazza Sordello, 12
Web: www.palazzocastiglionimantova.com
Affermare che Palazzo Castiglioni è il più bel luogo in cui soggiornare a Mantova non è un’esagerazione. Il Palazzo trecentesco fu all’origine dimora dei Bonacolsi, primi signori della città e si trova nella stessa piazza di Palazzo Ducale, del Duomo del Palazzo Vescovile. Ancora oggi la residenza è dei discendenti di Baldassare Castiglione e dispone di 7 suites, tutte diverse, arredate da Filippo Feroldi in modo eclettico e originale.
Palazzo Valenti Gonzaga
Via Pietro Frattini, 7
Web: www.valentigonzaga.com
Di questa dimora storica del ‘600, che ha anche un giardino pensile, ho già parlato nella sezione dedicata ai musei. Il piano nobile infatti ospita la Galleria Museo Valenti Gonzaga, ma il palazzo ha anche delle camere ad uso di b&b, prenotabili qui.
Palazzo Arrivabene
Via Fratelli Bandiera, 20
Web: www.palazzoarrivabene.net
L’antico Palazzo Arrivabene, costruito alla fine del XV secolo, mette a disposizione 3 ampie camere per i suoi ospiti che entreranno salendo uno scalone seicentesco in marmo rosa che dà l’accesso a tre grandi saloni di rappresentanza, con soffitti affrescati e camini monumentali.
Residenza Giulio Romano
Via Giulio Romano, 63
Web: www.residenzagiulioromano.it
E’ un perfetto esempio di innesto tra il contemporaneo e l’antico: 5 camere minimaliste ma curate con frammenti di affreschi sul soffitto e strutture antiche in vista.
Hotel Casa Poli
Corso Garibaldi, 32
Web: www.hotelcasapoli.it
Decisamente più moderno, questo hotel con 27 camere si distingue per arredi dal design minimalista e rifiniture di lusso.
Residenza Scaravelli
Via Broletto, 22
Web: www.scaravelli.it
In posizione centralissima, offre sia camere che appartamenti recentemente rinnovati e in stile moderno; la suite ha una parete affrescata.
5. COSE DA FARE
Girando per la città è impossibile non notare una bellissima costruzione in stile liberty-eclettico: è Palazzo Andreani, sede della Camera di Commercio. Inaugurato nel 1914 e disegnato dal giovane architetto Aldo Andreani è un mix tra stile liberty ed elementi orientali e bizantini, che non piacquero molto ai contemporanei. Al suo interno ha sede la Galleria Arte e Arti della Camera di commercio di Mantova, è composta da dipinti antichi e soprattutto quadri e sculture del XX secolo di proprietà dell’Ente. Apertura solo su richiesta.
La Salumeria Bacchi (Via Orefici, 16) è una bottega vecchio stampo, attiva dal 1967, come si può intuire dall’insegna storica e dalla meravigliosa vetrina. Specializzato in formaggi e salumi, è famoso soprattutto per le sue mostarde di ogni tipo, racchiuse in enormi cilindri trasparenti ricolmi di frutta colorata.
Altro negozio storico, per l’esattezza il più antico di Mantova, è la Casa del bianco Norsa, aperto dal 1836. Vende biancheria e tessuti e si trova in un edificio del XV secolo disposto su tre piani, arredato con mobili di fine ‘700 stile impero, provenienti dalla precedente farmacia che qui aveva sede.
Per gli amanti dei mercatini dell’antiquariato l’appuntamento è ogni terza domenica del mese: durante il periodo invernale si allestisce in Piazza Sordello mentre durante l’estate viene spostato nella vicina Piazza Virgiliana.
Infine, una passeggiata sul Ponte San Giorgio al tramonto offre una delle più belle viste di tutta la città.
6. DINTORNI
Villa La Favorita
Strada Circonvallazione Est – 46047 Porto Mantovano MN
Questa villa, appena poco fuori Mantova, è l’emblema della decadenza dei Gonzaga: nei progetti di Ferdinando, che iniziò a costruirla nel 1613-24, doveva essere la nuova residenza ducale. Per la prima volta si concepì il palazzo signorile fuori città, precorrendo di decenni l’idea di Versailles e Caserta e doveva essere enorme, ma il Sacco di Mantova prima (1630) e la battaglia della Favorita poi (1797), conclusasi con la vittoria dei francesi guidati da Napoleone, ebbero conseguenze negative per la villa che cominciò via via a degradarsi per abbandono.
Quella che vediamo oggi è la metà, è stata ristrutturata e mantiene un suggestivo aspetto. Il piano terra viene utilizzato come spazio eventi ed è prenotabile qui.
Sabbioneta
Web: www.visitsabbioneta.it
Se Villa La Favorita è l’ultima ambizione di un casato ormai allo stremo, Sabbioneta fu un sogno urbanistico: Vespasiano Gonzaga volle costruire una città intera ex novo tra il 1556 e il 1591. Tutto fu progettato e costruito in base ai principi umanistici della città ideale e rappresenta un perfetto esempio di applicazione delle teorie rinascimentali. In questo progetto rientra la costruzione del primo teatro della storia dell’occidente, dopo quelli greco-latini. Il progetto fu affidato a Scamozzi, successore di Palladio, ed è considerato il suo capolavoro.
Con la fine del ducato spoliazioni e confische e successivamente la deportazione della collezione antiquaria all’Accademia di Mantova nel 1772 per decreto teresiano, privarono la città di alcuni prestigiosi arredi. Rimangono però da visitare il Palazzo Ducale, utilizzato dal duca come sede di rappresentanza e che come residenza privata. Al suo interno la Sala delle Aquile dominata dalle quattro statue equestri in legno a grandezza naturale e la Galleria degli Antenati, abbellita dei bassorilievi a stucco che ritraggono i Gonzaga.
Santa Maria delle Grazie a Curtatone
Piazzale Santuario, 46010 Grazie MN
Santuario famoso per avere un coccodrillo impagliato appeso sul soffitto e per la bizzarra decorazione parietale, con ex voto di cera e macabri manichini in cartapesta. Ne ho parlato più approfonditamente qui.
Parco del Mincio
Sulla destra del Santuario una discesa porta fino a un grande parco, dove ha inizio la Riserva Naturale delle Valli del Mincio. Emissario del lago di Garda, il fiume Mincio rallenta la sua corsa all’altezza di Rivalta, pochi chilometri di prima di Grazie, dove crea un ambiente paludoso di grande interesse naturalistico. Io l’ho visitato in autunno, quando la vegetazione era ormai caduca, ma nei mesi di luglio e agosto si possono vedere le acque ricoperte da fiori di loto in piena fioritura.
MANTOVA:
TEATRO BIBIENA:
PALAZZO DUCALE:
PALAZZO TE:
CASA MUSEO PALAZZO D’ARCO:
LA FAVORITA: