Casa de Pilatos, Seville

Il lusso spagnolo si fa consapevole dell’antico fasto romano e della storia dell’arte fioretina, contaminato dall’araba follia per la decorazione infinita. Ne nasce una villa che unisce l’idea del giardino romano-rinascimentale, in cui l’acqua è illusione, e quello arabo, in cui l’acqua è rigenerazione.

La Casa de Pilatos, considerata il prototipo del palazzo andaluso, è infatti un misto dello stile rinascimentale italiano e quello Mudejar. Sebbene la costruzione sia stata iniziata nel XV secolo per volontà di Pedro Enriquez de Quiñones (Adelantado di Andalusia) e di sua moglie Catalina de Rivera, fondatori della Casa de Alcalá, deve il suo nome a Fadrique Enriquez de Ribera (primo marchese di Tarifa) che lo completò. Fu dopo il suo  pellegrinaggio nel 1519 a Gerusalemme che decise di chiamarlo Palazzo di Pilato perché, si dice, scoprì che la distanza tra la sua abitazione e la chiesa collocata fuori dalle mura di Siviglia, era uguale a quella tra le rovine della residenza di Ponzio Pilato e il Calvario.

A metà del XVII secolo il palazzo, dopo una serie di vicissitudini dinastiche, divenne di proprietà della Casata ducale dei Medinaceli, tutt’oggi proprietari. Durante il XVIII secolo i Medinaceli, come molte altre casate aristocratiche, si trasferirono a Madrid e lasciarono il palazzo decadere nell’incuria, ancor più perché il suo stile non era più molto di moda con quello dell’epoca. Solo con il romanticismo, e con il revival dello stile mudejar, il palazzo riacquistò importanza e fu usato come residenza temporanea dei duchi di Medinaceli. Dopo una serie di restauri e ricostruzioni, il palazzo è tutt’oggi abitato dai Medinaceli, che abitano al primo piano, ma è comunque visitabile in tutte le sue parti.

Il grande patio del piano terra è circondato da ampie stanze dalle quali si accede ai giardini. Il bianco puro del marmo finemente decorato che ricopre le arcate del peristilio contrasta con i colori degli azulejos degli spazi interni.  La casa risulta come l’insieme di diversi stili, voluti e fusi insieme dagli stessi proprietari e specialmente da Fadrique Enríquez de Ribera che, dopo il suo ritorno dalla Terra Santa e dopo aver visitato Milano, Venezia, Roma, Firenze e Genova, rimase colpito dall’arte italiana e volle per questo modificare la casa. I soffitti cassettonati in legno sono infatti un evidente tributo alle dimore fiorentine; le statue classiche nel patio e i busti degli imperatori romani provengono dalle ville romane e rinascimentali; il portale di marmo in stile rinascimentale, sormontato dalle croci di Gerusalemme, proviene da maestranze genovesi. Anche la suddivisione della casa in due piani, il piano terra abitato durante l’estate e il primo durante l’inverno, è un’innovazione dovuta ai viaggi in Italia di Enríquez de Ribera. I due piani sono connessi da una sontuosa scalinata completamente ricoperta da piastrelle colorate e sormontata da una cupola in legno mudejar. Il primo piano contiene, oltre ai bellissimi arredi, una piccola ma pregevole collezione di opere tra le quali anche un piccolo quadro di Goya, una Pietà di Sebastiano del Piombo, una statua lignea e alcuni dipinti di El Greco e altre opere che si possono vedere qui.

La mattina in cui visitai La Casa de Pilatos era ancora presto per gli spagnoli e la casa deserta. La metafisica sospensione del luogo, la sensazione di trovarsi in uno spazio eletto e separato dal mondo proprio come un hortus conclusus medievale, è resa inquieta solo dagli occhi fissi delle statue silenti.

infos and source: official site

Patio:

Ground floor rooms:

First garden:

Staircase:

First floor:

(some indoor stolen pictures)

Second garden:

(a grotto with rocaille decoration)

Ground floor rooms:

the Chapel

(the marble gate, designed by the Genoese Antonio Maria Aprile in 1529)


Aesthete. Art historian & blogger. Content creator and storyteller. Fond of real and virtual wunderkammer. Founder and main author of rocaille.it.

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