Casa Museo Palazzo Sipari, Pescasseroli

Dove: Piazza Benedetto Croce, 5, 67032 Pescasseroli AQ
Orari: le visite si concordano scrivendo a fondazionesipari@virgilio.it 
Sito: fondazionesipari.it

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Nel centro storico di un paesino di montagna che è Pescasseroli, in provincia de L’Aquila e nel cuore dell’Abruzzo, troveremo un palazzo in cui tutto è rimasto fermo all’Ottocento. La famiglia che lo abitò ininterrottamente, dal 1839 fino al 2006, sarà molto importante per lo sviluppo del paese e di tutto l’Abruzzo.

Erminio Sipari, infatti, fu il fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Suo cugino fu Benedetto Croce, che nacque qui per caso: sua madre, originaria di Pescasseroli, era tornata nella casa paterna poiché a Napoli infuriava un’epidemia di colera. Il filosofo tornerà in visita a Pescasseroli solo in maturità e nel 1910, dal balcone del primo piano, salutando i concittadini, disse: «Pescasseroli sarà frequentata da tanti turisti ed escursionisti e diventerà famosa». È quello che avvenne.

La famiglia Sipari

La ricchezza dei Sipari si consolida tutta nel XIX secolo e si basa su beni sicuri e primari. Tutto inizia con Pietrantonio, nato nel 1795, il quale partendo dai possedimenti familiari e poi grazie anche al matrimonio nel 1827 con Elisabetta Ricciarelli, nel corso degli anni ’40 e ’50 dell’ottocento, diventa sempre più importante nell’industria armentizia: aveva grandi proprietà terriere nel Tavoliere delle Puglie, in Abruzzo e in Terra di Lavoro e acquistò pure il Prato della Corte; inoltre, con 15mila pecore, possedeva il maggiore gregge abruzzese che, grazie alla vendita della lana, gli fruttava moltissimo denaro.

Pietrantonio sarà il nonno del filosofo Benedetto Croce e di Erminio Sipari, i personaggi più famosi legati a questo palazzo. Infatti Luisa Sipari, futura madre di Benedetto Croce, così come Carmelo e Francesco Saverio, sono figli di Pietrantonio e Elisabetta (i due ebbero altre tre figlie, due delle quali presero il velo). Le nozze di Carmelo con Cristina Cappelli avvicinano la famiglia alla nobilità abruzzese e mentre Carmelo si occupa di continuare gli affari di famiglia, Francesco Saverio si avvia verso l’attività politica. I Sipari consolidano così la loro posizione a Pescasseroli, soprattutto in seguito alla caduta dei Borbone nel 1860 e poi all’Unità d’Italia, e si pongono come punto di riferimento politico per la nascente borghesia abruzzese.
Intanto, nel 1866, Luisa Sipari sposa Pasquale Croce, anche lui di origine abruzzese (era di Montenerodomo, ma fece carriera a Napoli) e nello stesso anno nasce il futuro filosofo Benedetto, nella camera all’ultimo piano del palazzo.

Francesco Saverio diventa sindaco di Pescasseroli nel 1860 e rimane in carica fino al 1872. In questi anni accumula altre cariche politiche che lo pongono quale punto di riferimento della zona. I due fratelli, in seguito all’interesse espresso dal Re Vittorio Emanuele II di andare a caccia dell’orso, nel 1872 uniscono alcuni loro possedimenti sulle montagne sul versante della Marsica (Villa Vallelonga) per creare una riserva reale. Sarà ai primi del ‘900 che alcuni comuni della val di Sangro, sulla scorta di questa esperienza, decidono di unirsi e creare quella che sarà la riserva reale dell’Alta Val di Sangro.
Il re non arrivò mai a Pescasseroli, ma Vittorio Emanuele III, all’epoca ancora Principe di Napoli, dormirà a Palazzo Sipari nell’autunno 1899.
È proprio sull’area di questa riserva che verrà poi istituito il Parco.  

Il Parco Nazionale d’Abruzzo

Quando Francesco Saverio muore, nel 1874, l’ascesa politica della famiglia si interrompe per poi riprendere con suo nipote Erminio Sipari, figlio di Carmelo.
Erminio era nato ad Alvito nel 1879 (qui infatti c’è un altro Palazzo Sipari) e, a differenza degli altri membri della sua famiglia, per i suoi studi non sceglie Napoli, ma va al nord: si laurea in ingegneria a Torino, in quello che diventerà poi il Politecnico, e l’anno dopo si specializza a Liegi, in Belgio. Sia per i suoi studi tecnici sia per la formazione internazionale, si interessa subito alla realtà ambientale di Pescasseroli e dell’Abruzzo e capisce che va istituito un’area protetta al fine di preservare il parco e la sua fauna, in particolare l’orso bruno marsicano, il camoscio e anche la lince, già a rischio di estinzione.

Erminio fu un antesignano di concetti come “sviluppo sostenibile” o “patrimonio ambientale”, che all’epoca ancora non esistevano. Così nel 1912, quando la famiglia reale rinuncia ai diritti di caccia nella riserva, prende con serietà l’impegno di portare avanti la realizzazione del Parco. Definisce il parco come un “luogo di educazione nazionale intesa a suscitare il rispetto per le bellezze, per la grandezza e per l’importanza delle opere della natura”[1]. Secondo le sue idee modernissime, avrebbe avuto anche una funzione di attrazione turistica.

L’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo avviene, in forma privata, il 9 settembre 1922, con sede proprio a Pescasseroli e l’anno successivo viene riconosciuto anche pubblicamente, con il Regio decreto-legge dell’11 gennaio 1923. Il Parco Nazionale d’Abruzzo è stato uno dei primi parchi in Europa e il primo parco nazionale in Italia, benché in forma privata; il Gran Paradiso venne istituito l’anno dopo, nel 1922. Suo cugino Benedetto Croce, scrisse per l’occasione la monografia di Pescasseroli

Sipari viene nominato fin da subito presidente del Parco e, durante i dieci anni di gestione, essendo anche deputato nazionale, operò con costanza e attenzione. Si distinse per l’attività di ricostruzione della Marsica dopo il tragico sisma di Avezzano del 1915, cosa gli valse, la medaglia d’oro al valor civile da parte dello Stato. Per consentire il decollo economico della zona, invece, si fece promotore di un progetto per la realizzazione di un’autostrada fra Roma e Napoli, con uscita a Cassino, e intraprese una battaglia legale per impedire alla società Terni di realizzare due bacini artificiali per lo sfruttamento di energia idroelettrica nelle piane di Opi e di Barrea. Tale opposizione gli comportò l’inimicizia di diversi gerarchi del partito fascista legati alla lobby industriale, cosa che determinò sia la sua mancata nomina a senatore sia lo scioglimento del parco nel 1933.

La fondazione

Dopo la guerra, Erminio riprese la sua attività di salvaguardia e nel 1946 compare fra i componenti della Commissione di studio per la sistemazione dei parchi nazionali in Italia. Ma quando nel 1951 chiese di essere reintegrato alla presidenza del parco, la sua domanda non fu accolta.
Nei due decenni prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1968, complice anche la nascita di nuove vie di comunicazione, Pescasseroli vide decollare il settore turistico proprio grazie alle bellezze naturali del rinato Parco Nazionale d’Abruzzo, così come aveva previsto il suo fondatore. 

La secondogenita di Erminio, Maria Cristina Sipari in Monticelli Obizzi, sarà l’ultima proprietaria della famiglia ad abitare il palazzo. Si deve a lei la fondazione, nel 2005, della Erminio e Zel Sipari Onlus. La fondazione, dedicata ai suoi genitori (sua madre si chiamava Margherita Zelmira Galleano), ha come scopo la conservazione e la tutela del cospicuo patrimonio architettonico e storico rappresentato dal palazzo di famiglia, dall’adiacente Chiesa dell’Addolorata, diversi terreni e fabbricati nelle campagne circostanti il paese e due mulini, uno dei quali trasformato in centrale per la produzione di energia idroelettrica dallo stesso Erminio. Tra gli scopi statutari vi è la promozione di attività volte all’incremento delle conoscenze sull’ambiente, alla conservazione dei beni culturali e ambientali presenti a Pescasseroli nonché dei valori architettonici, storici e artistici della Marsica e dell’Abruzzo.

Dopo la scomparsa della marchesa, avvenuta nel 2006, è stato possibile aprire al pubblico la casa-museo della famiglia Sipari, che oggi è visitabile tramite una visita guidata durante la quale vengono illustrate anche le abitudini quotidiane, culturali e venatorie dei proprietari. Due targhe marmoree sul prospetto principale del Palazzo ricordano le figure di Benedetto Croce e di suo cugino Erminio Sipari. Nel novembre del 2013, a queste due targhe, ne è stata aggiunta un’altra, per ricordare la Marchesa Maria Cristina Sipari.

Il Palazzo

Nel ‘700 l’antico palazzetto era di proprietà dei Baroni Massa. Agli inizi dell’800, probabilmente dopo il ritorno dei Borbone nel 1815, Pietrantonio Sipari lo acquista. Il palazzo si presenta molto danneggiato, avendo subito anche un incendio, così viene ristrutturato, arrivando all’aspetto che vediamo oggi. L’impostazione architettonica, di tipo tardo rinascimentale, viene ingentilita da eleganti forme classiche; il portale è costruito in pietra riquadrata da ordini architettonici e da esso si entra in un cortile. In fondo al cortile, sulla sinistra, si accede alla parte gentilizia attraverso lo scalone monumentale. Sul portone si notano le iniziali dipinte P.A.S. di Pietrantonio Sipari. 

Al piano terra si trovano i locali centinati e quelli anticamente destinati all’attività agricola, come o i magazzini di cereali e vini. Oggi si trova la biblioteca, con le strutture lignee originali e nella quale si trova l’archivio storico, vincolato dalla Soprintendenza Archivistica dell’Abruzzo: sono qui conservati preziosi volumi che racchiudono anche l’attività pubblica di Erminio Sipari; molti di questi sono in fase di catalogazione al fine di una più completa consultazione.

Al primo piano si trovano i locali nei quali si svolgeva la vita quotidiana della Famiglia Sipari: oltre alla piccola cappella, è possibile vedere il salotto, la sala da pranzo, le camere da letto, ma anche le cucine, la stireria, i bagni e, in fondo, il bel giardinetto pensile. Troveremo tutto come se la vita fosse stata interrotta, poltrone, sedie, ninnoli, libri, vestiti, così come volle lasciarli Maria Cristina.

Al secondo piano ci sono le sale della fondazione e le camere da letto, tra cui quella che ospitò il Re Vittorio Emanuele III e la stanza in cui nacque Benedetto Croce. All’interno del Palazzo sono state ospitate personalità di rango elevato, oltre al re, anche il Duca Amedeo d’Aosta ed altri membri della Casa Reale. Negli ampi saloni recentemente restaurati, si svolgono le numerose manifestazioni culturali che la Fondazione Sipari organizza dal 2007.
Annesso al Palazzo vi è la Chiesa dell’Addolorata, al cui interno sono conservate le spoglie di alcuni membri della famiglia Sipari.

[1] http://www.uomoenatura.it/project/erminio-sipari/

FONTI:
Il testo più importante è di Luigi Piccioni, Erminio Sipari. Origini sociali e opere dell’artefice del Parco nazionale d’Abruzzo, che si può leggere e scaricare qui: http://www.ecostat.unical.it/Piccioni/Pubblicazioni/Pubs%20PDF/Piccioni%201997.%20Sipari.pdf
www.fondazionesipari.it/
wikipedia.org/wiki/Erminio_Sipari
www.webmarsica.it/palazzo-sipari-2/
www.ilcentro.it/abruzzo/apre-le-porte-al-pubblico-palazzo-sipari-casa-natale-di-croce-1.597336?utm_medium=migrazione

Esterno:

Chiesa dell’Addolorata:

Pescasseroli:


Aesthete. Art historian & blogger. Content creator and storyteller. Fond of real and virtual wunderkammer. Founder and main author of rocaille.it.

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